Specie negli ultimi anni dove l’emergenza Covid ha influenzato notevolmente la domanda di dispositivi e strumenti per cure mediche, la stampa 3D ha dato una svolta decisiva all’impiego di questa grandiosa tecnologia al settore medico sanitario.
È proprio il caso di dirlo: con la stampa 3D l’impossibile diventa possibile.
Come anticipato, l’emergenza sanitaria degli ultimi 2 anni ha favorito l’utilizzo della tecnologia additiva per la produzione di strumenti a supporto di cure medico sanitarie.
Una tendenza che, in futuro, può davvero rappresentare un’evoluzione nelle cure dei pazienti sia perché i materiali con cui vengono prodotti questi dispositivi sono ottimi, sia perché possono essere drasticamente abbattuti i costi di accesso alle cure sanitarie.
Come già sappiamo, infatti, la stampa 3D, al contrario di quello che si può comunemente pensare, è in grado di abbattere notevolmente i costi di produzione e ottimizzare di gran lunga le risorse investite garantendo così un accesso più vasto e libero a coloro che ne hanno bisogno.
In aggiunta, il Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia del Parlamento Europeo, annovera la stampa 3D tra le dieci tecnologie chiave per la lotta contro il Covid-19 e più in generale per il settore medico.
Quali sono i campi specifici di applicazione in cui la stampa 3D ha già portato i suoi benefici nel settore sanitario?
- Odontoiatrico
- Apparecchiature e dispositivi medici
- Ortesi e protesi
Cosa aspettarsi nel futuro grazie alla stampa 3D?
La medicina rigenerativa: il caso americano
Gli studi sulla stampa 3D nel campo medico non si limitano esclusivamente a dispositivi e strumenti a supporto di cure e terapie sui pazienti. Negli ultimi anni infatti le sperimentazioni hanno rivolto il loro sguardo anche nella riproduzione di tessuti umani tramite biomateriali.
Oggi, dopo lunghi processi ed esperimenti, possiamo assistere a un incredibile passo in avanti nella medicina rigenerativa: per la prima volta al mondo, a New York, si è realizzato un orecchio bio-stampato in 3D con cellule umane prelevate dal lobo dell’orecchio sano della paziente.
Uno straordinario progresso nel campo dell’ingegneria dei tessuti che, anche se sono tutt’ora in corso le fasi di sperimentazione clinica, può portare a un'importante svolta: diminuire di molto le possibilità di rigetto di questi corpi “estranei” poiché prodotti dalle cellule dei pazienti stessi.
L’ingegneria dei tessuti nel mondo della cosmetica
Questi biomateriali possono svolgere un ruolo chiave anche nel settore della cosmesi per effettuare i test dermatologici, questione da sempre al centro di molti dibattiti.
È il caso del gigante del mondo della cosmesi L’Oreal che ha introdotto nei suoi test dermatologici l’utilizzo di strutture cutanee stampate in 3D. Il progetto è nato nel 2015 e oggi l’azienda utilizza circa 50 mila campioni di pelle umana all’anno grazie alla tecnologia Bioprinting.
Una scoperta che fa ben sperare per un futuro senza test dannosi per gli animali.
Lo scopo della stampa 3D, in tutti i settori, è quello di migliorare la vita dell’uomo ottimizzando processi e risorse.